Archiviata la campagna olearia 2015/16, occhi puntati sulla prossima ai nastri di partenza tra soli quattro mesi.

 

Ci lasciamo alle spalle una campagna difficile e irta di problemi.
I principali: frazione sterolica, acidica ed esteri etilici.
Una produzione dichiarata di 470.000 tonnellate che il commercio oleario non riconosce se non nella misura di 300.000 tonnellate.

L’inizio di questa nuova campagna con la mignolatura, la fioritura e l’allegagione andate male, per condizioni climatiche avverse, faranno presagire un’annata di scarica.
Da un’ analisi, suscettibile di ulteriore ribasso, la produzione stimata in Italia sarà di circa 200.000 tonnellate, con la Puglia, unica regione dove si produce realmente l’olio da olive al 30% rispetto alla scorsa campagna.
In questo scenario, non certo entusiasmante, la variabile prezzo potrebbe non subire modificazioni.
Siccome ci siamo relegati a nazione olivicola secondaria, le dinamiche prezzi ci vengono praticamente imposte.
Infatti in Spagna, primo produttore mondiale con circa il 50% del consumo, ci sarà una produzione stimata di 1.500.000 tonnellate di olio da olive, in Grecia una riduzione a circa 250.000 tonnellate e mediamente ribassi o piccoli aumenti tali da stimare una produzione mondiale di 3.000.000 tonnellate.
Con tali prospettive, ad oggi, non ci dovrebbero essere grossi squilibri di prezzo.